Cineforum Mammuth n. 3 - Nuovomondo - Emanuele Crialese


Cineforum Mammuth Giallo n. 3 
con la visione di Nuovomondo - Emanuele Crialese - 2006 - 118'

Il film è stato proiettato in data 18/04/2012 alle 21.30 circa. Tutti hanno convenuto che per le prossime proiezioni sarà necessario allestire un lenzuolo bianco. 

Elenco dei partecipanti:
Gnomo del balcone: sagittario
D. : medico
G.G.: 21 anni, studentessa storica o storica allo studio, sagittario.
Mammuth Giallo: 30 anni, impiegato, toro.       


Evidentemente qualcosa congiura contro questo cineforum, che andrà avanti, incurante degli ostacoli. Non c'è più la macchina fotografica per immortalare i partecipanti, e la perdita emotiva è grave e sentita. Prima o poi si rimedierà, per il momento siamo costretti a fare senza. 
Il film però questa volta è piaciuto a tutti, a chi lo conosceva già e ha avuto modo di rivederlo e a chi non l'aveva mai visto. 
D. è sembrata particolarmente entusiasta. G.G. forse leggermente meno, anche se è la persona che più di tutti ha potuto apprezzare il lavoro di ricerca storica che ha portato al film. Io penso che rimane il capolavoro di Crialese, il film in cui ha messo tutta la sua visione politica, senza farsi frenare dai dogmi della cinematografia e da quelli del politicamente corretto, più pesantemente intervenuti in Terraferma, di cui ho già parlato. 


Crialese ci aveva provato anche girando Respiro, e poi ancora con Terraferma; ma solo qui il risultato può far parlare  di un film politico-mitologico. Se alcuno presunti colpi di scena sembrano telefonati è perché non ci troviamo di fronte a un colpo di scena, ma alla descrizione dei comportamenti di personaggi epici, che vanno incontro al loro destino come tutti i personaggi epici che si rispettino. La porta d'oro (il film in inglese si chiama The Golden Door, e doveva chiamarsi, nelle intenzioni di Crialese La porta d'oro anche in italiano) allo stesso modo, va considerata un mito. E se la realtà presenta delle storie mitologiche non si può aver paura di raccontarle con le stesse parole con cui esistono. 
Agnès Godard cura la fotografia, bellissima e per niente semplice. Tutto il film è stilisticamente molto elaborato, con inquadrature studiate ma non compiaciute. 


L'uso delle musiche finali è straordinario, alla pari dei capolavori. 
Sul sito de Gli Spietati ci sono alcune recensioni interessanti.
Ancora due foto



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