Zerocalcare

Da vari mesi esiste, per la felicità di molti, il fenomeno Zerocalcare. Personalmente, se ricordo bene, dovrei aver comprato, tutte alla Feltrinelli di Genova, due copie de La profezia dell'armadillo e due di Polpo alla Gola. Forse tre de La profezia... Al di là dei miei regali e delle mie letture, resta il dato della capacità di vendita di un fumetto pop come in Italia non se ne vedevano da anni.
Alla luce del successo - e però anche in questo caso, anzi, soprattutto in questo caso, che è di quelli di un successo limpido, bisognerebbe fare una riflessione seria sul mercato editoriale italiano e sulla sua reale portata, su cosa significa stare in classifica, cosa significa vincere dei premi, quanto pubblico in più effettivamente comporta averli vinti, e cosa può davvero fare internet, quanto interviene davvero e quanto invece riflette e rimbalza banalmente l'esistente - si possono fare alcune considerazioni, non particolarmente argute, né originali, ma necessarie a capire perché Zerocalcare sì e un altro no. Cos'ha Zerocalcare che altri non hanno, oltre alla sempre invidiabile caratteristica di tutti gli artisti, ovvero una buona dose di culo? Zerocalcare è pop. È pop sinceramente senza essere piacione, ha del pop la chiave fondamentale: l'autoironia.
L'universo degli appassionati e dei fumettari trasuda invidia esattamente come il resto di questo porco mondo. Su Zerocalcare è stato detto in questi ultimi mesi qualsiasi cosa, in positivo e in negativo. Google trova decine di articoli e pagine e pagine di forum in cui si scannano allegramente simpatici nerd (ah, Zerocalcare è nerd. I nerd si dividono sostanzialmente in due categorie; quelli aperti al mondo e quelli convinti che quelle 23 serie/fumetti/gruppi/qualsiasi altra cosa che seguono loro siano i migliori in assoluto e che tu non solo non hai capito ma non ci puoi arrivare. Zerocalcare appartiene alla prima categoria di nerd). Le principali accuse che si muovono spedite e rumorose verso Zerocalcare sono: essere raccomandato sa Makkox, quello che pubblica su Il Post. Essere arrivato con internet, che significa essere un fenomeno di internet, destinato a scoppiare come una bolla immobiliare. Usare i personaggi e i miti della cultura più popolare a proprio vantaggio.
Ora, una critica fondata sull'utilizzo di altre forme e altre creazioni, come se si trattasse di un plagio o di un'ammissione di incapacità, o ancora peggio di pigrizia culturale, una critica così, secondo me non ha capito nulla del mondo in cui stiamo vivendo, non ha capito nulla dei movimenti dell'arte dell'ultimo secolo e in ultima analisi non esiste. Non può esistere e non merita particolari approfondimenti una critica che dimostra di ignorare completamente tutto quello che è successo in questo pianeta e che è stato scritto, disegnato, filmato, scolpito, recitato.
Le raccomandazioni, in casi di successo così limpidi, semplicemente non hanno fondamenta. E soprattutto, ma voi ve lo immaginate un fumettaro che raccomanda un altro fumettaro? È una scena da disastro post atomico, speriamo che l'umanità non ci arrivi mai.
Il problema vero di Zerocalcare è che è pop nell'accezione tradizionale del termine, cioè è popolare. È comprensibile a un pubblico enorme perché parla di cose che conosciamo più o meno tutti, è trans-generazionale, come pochi altri fumetti sono e sono stati. Le chiavi di successo per questo tipo di prodotti però sono altre, sono sempre state altre; Zerocalcare ha successo, fa ridere, è pop perché è leggero senza essere etereo. Che detta in un altro modo significa che prende la leggerezza seriamente. È innegabile che dietro ogni pagina ci sia un lavoro duro, tecnico e creativo.

ATTENZIONE! Il fumetto è una droga. Si comincia con una cosa e si finisce a comprare le peggio porcherie. Io ci ho messo anni a smettere.

Arriverà Django è frusterà a sangue tutti gli artisti che non hanno capito che usano roba di altri da sempre.

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